JAWOHL!
Chiunque torni da un viaggio all’estero, si accorgerà di aver fatto progressi nella lingua del Paese di arrivo, e spesso non pochi, soprattutto nel caso di una lunga permanenza. È chiaro che il motivo non sia l’aver studiato tomi di grammatica sul treno o in aereo, ma l’aver parlato la lingua straniera ogni giorno; i viaggiatori solitari, quasi esclusivamente.
La conversazione è il modo più efficace per apprendere una lingua. Prima di tutto perché l’apprendimento avviene senza la mediazione, non di rado fuorviante, della lingua d’origine. “Pensare nella lingua straniera” è per qualcuno un punto di arrivo; per me anche di partenza: pur conoscendo poche parole, provare a esprimersi attingendo dal vocabolario straniero, anziché tradurre un pensiero formulato nella lingua madre, evita strafalcioni e aiuta a prendere confidenza con la nuova lingua, che ha spesso struttura, sintassi, accento molto diversi.
Durante la conversazione, in quanto parte della vita quotidiana, è possibile scoprire modi di dire ed esclamazioni legate al contesto, ascoltare le diverse intonazioni a seconda di ciò che viene espresso; in sintesi, fare esperienza dell’uso autentico, e non accademico, della lingua.
Da insegnante, ho osservato che traducendo ogni frase, la maggior parte degli studenti finisce con il non prestare quasi alcuna attenzione alla parte espressa in lingua straniera, perché “non indispensabile” al fine di seguire la lezione.
Allo stesso tempo, avendo vissuto all’estero e con la necessità di comunicare attraverso una lingua straniera, ho più volte sperimentato come questo bisogno di comprendere e farsi comprendere sia lo stimolo perfetto per mettere in pratica le proprie conoscenze, anche inaspettate, ed essere il più ricettiva possibile.
Nell’impossibilità di viaggiare, un corso basato sulla conversazione non può che attivare queste stesse dinamiche, e inoltre permettere di fare esperienza di cosa potrebbe accadere
nella città estera, costruendo non solo la conoscenza della lingua, ma anche la consapevolezza dei propri limiti e punti di forza. Vanessa Verzeletti
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