La mia idea di viaggio della mente corrisponde, da sempre, al viaggio letterario.
Amo leggere praticamente da quando ho imparato a farlo, e da piccola passavo le estati facendo la spola fra la biblioteca del mio paese e casa, consumando le tesserine di cartone dove la bibliotecaria metteva un timbro blu per ogni romanzo preso a prestito e poi restituito.
C’è stato un periodo della vita dove, già giovane adulta, uscivo sempre e solo con un libro in borsa: suona bizzarro, lo so, ma mi rincuorava l’idea di avere sempre con me una cosa preziosa che mi avrebbe saputo far sentire a mio agio ovunque fossi.
I romanzi sono stati poi la mia compagnia negli interminabili viaggi in treno durante la ‘carriera’ di studentessa universitaria pendolare: ho percorso quotidianamente la stessa via, le stesse rotaie avanti e indietro, per anni ma grazie alle mie letture potevo visitare tutti i posti che volevo stando comodamente appollaiata sul mio sedile, fare degli incontri più affascinanti dei pendolari stanchi e assonnati come me che mi stavano seduti accanto, vivere grandi avventure in giro per il mondo e oltre!
Proprio di recente ripensavo al motto che mi hanno sempre ripetuto a scuola secondo il quale ‘è probabile che chi legge tanto sia poi bravo con le parole’, e a ben pensarci ho sempre amato scrivere, e usare lo strumento della lingua. E il mio lavoro di insegnante, com’è ovvio, consiste in un confronto costante con la lingua, la mia lingua madre e le altre lingue che conosco, amo e insegno, con le parole, con espressioni orali e scritte.
A questo proposito, ritengo che anche il momento dell’incontro con l’altro, e in particolar modo con chi viene dall’estero e ha dunque un background e un bagaglio culturale diverso dal nostro, nello scambio che avviene anche grazie alla conoscenza di un’altra lingua, si possa considerare in un certo senso un viaggio – non fisico, ma certamente metaforico.
Insomma, il viaggio letterario e quello linguistico sono due ottimi modi per ‘staccarci’ da casa per un po’ anche quando le condizioni non ce lo permettono, o comunque nella vita di tutti i giorni!
Silvia Sardi, insegnante di inglese, francese e italiano per stranieri presso Centro studi Ad Maiora.
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